Quello delle allergie è un fenomeno sempre più diffuso e eterogeneo sul nostro territorio che oggi conta numeri elevatissimi. Secondo le stime dell’Associazione Allergologi ed Immunologi Italiani Territoriali ed Ospedalieri, il 25% della popolazione nei paesi occidentali, Italia inclusa, soffrirebbe di una patologia allergica di tipo respiratorio, alimentare, cutaneo, da imenotteri o da altre cause. Le cui manifestazioni, differenti e tipiche a seconda del tipo di reazione allergica, possono essere croniche o sporadiche, con episodi acuti o più blandi, fino a possibili casi (rari) di anafilassi.
In Italia, una importante prevalenza hanno le allergie alimentari. Colpiscono infatti tra il 2-4% degli adulti e in misura maggiore – tra il 6-8% – i bambini nei primi anni di vita, ‘reattivi’ a specifici cibi. Principalmente frutta (in particolare alla pesca), frutta secca, legumi (72%), crostacei (13%), pesce (4%), uova e latte (3%), cereali (2%) e carne (1%).
Agli allergici conclamati e a coloro ancora in fase di accertamento, raccomando attenzione e responsabilità nell’affidarsi per la diagnosi e la cura delle allergie a centri di comprovata esperienza che ricorrono a test scientificamente validati. Mi unisco così al monito lanciato dal ministero della Salute, attraverso il proprio sito e un chiaro documento dal titolo “Allergie alimentari e sicurezza del consumatore”, a diffidare da test non validati dalla comunità scientifica.
In particolare la messa in guardia riguarda “il test del capello, dell’iride, il dosaggio dell’IgG, Vega Test e in genere tutti i test che non hanno un’applicazione all’interno del Sistema Sanitario Nazionale”, come definisce chiaramente espresso nel documento riguardante le domande più frequenti del consumatore, al quesito numero 60. Questi testi risultano, infatti, poco affidabili, senza efficacia riconosciuta con l’aggravante di portare a false diagnosi e a ripercussioni importanti soprattutto per i bambini avviati a diete di eliminazione nonostante una allergia inesistente. Ciò significa che dalla loro alimentazione viene escluso il cibo sotto accusa con il rischio potenziale di sviluppare carenze nutrizionali e problemi di crescita. A ciò si aggiungono per i genitori, ansie e preoccupazioni ingiustificate.
La raccomandazione del Ministero della Salute, e la mia, è dunque di ricorrere esclusivamente a centri allergologici ed esperti qualificati.