Un recente studio americano, apparso sulle pagine della rivista Neurology, asserirebbe che il consumo regolare e giornaliero di verdure a foglia verde, succo d’arancia e frutti di bosco rallenta la perdita di memoria. A questa conclusione si sarebbe giunti dopo avere esaminato con un questionario dedicato, le abitudini dietetiche di quasi 28 mila uomini (perché le donne non sono state incluse?) con età media 51 anni.
Mi preme fare una considerazione affinché tutti possano raccogliere il giusto messaggio. Nessun cibo può essere ritenuto ‘buono’ in assoluto, né può avere da solo la potenzialità di prevenire o ritardare l’insorgenza di una specifica problematica. È vero invece che tra i propri ‘ingredienti’ naturali, ciascun alimento contiene molecole, principi attivi e altre sostanza salutari che possono contribuire a migliorare una o più funzionalità dell’organismo. In riferimento a questi specifici cibi, la memoria.
I benefici dei vari alimenti e di una dieta sana, varia e bilanciata derivano dall’azione equilibrata e sinergica che cibi diversi per origine e qualità – dalla frutta, alla verdura, ai legumi e cereali, ad altri prodotti di origine vegetale e poi animale come pesce a carni preferibilmente bianche – stimolano nell’organismo a tutti i livelli. Non solo cerebrale ma favorendo e migliorando l’attività di tutti gli apparati e i tessuti.
Allora la mia raccomandazione è di seguire una dieta mediterranea, alternando la varietà degli alimenti, come vuole la buona educazione al mangiar sano, nel rispetto delle quantità necessarie all’età, al dispendio energetico e alle condizioni di salute di ogni consumatore. Le ‘forzature’ alimentari, in eccesso o in difetto, così come le privazioni e restrizioni non sono mai un vantaggio per la salute. Che per funzionare bene ha invece bisogno di tutto quanto lanatura offre per il nostro benessere.