La relazione sembrerebbe ormai certa. Le diete a basso contenuto di carboidrati, note come “low-carb” che incontrano il consenso popolare quale regime alimentare ad hoc per un ritorno al peso forma, aumenterebbero il rischio di problematiche cardiovascolari con un impatto anche sull’incremento della mortalità. Lo dimostrano due ampi studi pubblicati su due prestigiose riviste internazionali.
Il primo, uscito quest’anno sull’European Heart Journal, ha coinvolto quasi 24.900 persone, incluse in una indagine – la National Health and Nutrition Examination Surevey (NHANES) – condotta tra il 1999 e il 2010. Nessuna disattesa per i ricercatori: coloro che consumavano una dieta a basso contenuto di carboidrati erano più esposti allo sviluppo potenziale di malattie per tutte le cause (32%), disturbi cardiovascolari di varia natura (50%), problematiche cerebrovascolari (51%), presentando inoltre un rischio maggiore di mortalità per tumore (36%). C’è anche un altro dato interessante emerso dallo studio: le probabilità di manifestare malattie cardiovascolari, ma anche di mortalità per tutte le cause, era sensibilmente superiore in soggetti non-obesi (48%), rispetto agli obesi con un tasso pari a solo il 19%. Stesse risultanze si sono ottenute dall’analisi di 9 studi prospettici, con 463 mila partecipanti circa, da cui è emersa una relazione ‘positiva’ tra l’insorgenza di malattie cardiovascolari e mortalità per ogni patologia, tumore compreso.
Il secondo studio, apparso sul Journal of American College of Cardiology, si focalizza sull’associazione tra introito (basso) di carboidrati e lo sviluppo di fibrillazione atriale, una aritmia in cui il cuore batte in modo irregolare, spesso sottovalutata ma che può avere importanti conseguenze fino alla mortalità. 14 mila i partecipanti coinvolti alcuni ‘sani’ e altri affetti da fibrillazione atriale. Potete trarre da soli le conclusioni: l’evento di fibrillazione era più probabile in consumatori ‘ridotti’ di carboidrati.
Cosa ne penso personalmente? Sono sempre stata contraria a diete estremiste con la riduzione importante di uno o più principi nutritivi e di calorie. Ed ora ho una ennesima prova del mio convincimento: una dieta corretta e sana deve essere equilibrata, varia e bilanciata, mai privativa e ‘regolarizzata’ negli introiti a seconda dello stile di vita della persona, del peso di partenza e delle finalità da raggiungere. Ma non solo, cosa ci dicono i risultati di questi studi? Una dieta con una riduzione indiscriminata dei carboidrati non solo può alimentare il rischio di malnutrizione ma può stimolare anche uno stato di infiammazione generale alla base dello sviluppo di diverse malattie croniche. Quindi, no assoluto alle diete low-carb? Un corretto bilanciamento dei nutrienti (carboidrati, proteine, lipidi), unita a una riduzione calorica è sicuramente efficace per la perdita di peso, ma va eseguita e regolarizzata nei tempi e nei modi, sotto lo stretto controllo e consiglio di uno specialista di comprovata esperienza.