Nel settembre 2018 la rivista scientifica The Lancet ha pubblicato i risultati dello studio Prospective Urban Rural Epidemiology (PURE) condotto in 21 Paesi diversi su una popolazione di 136 384 persone tra i 35 e 70 anni, seguite per più di 9 anni.
I ricercatori hanno registrato un’associazione inversa tra l’assunzione abituale di latte e prodotti caseari e il rischio di mortalità ed eventi maggiori di malattia cardiovascolare: ovvero il consumo di 2 o più porzioni di latticini al giorno, parrebbe ridurre il rischio di ictus del 34%, la possibilità di un grave evento cardiaco del 22%, i casi di morte cardiovascolare del 23% ed il rischio di mortalità in generale del 14%. L’assunzione di burro, invece in quantità troppo basse, non ha dato esiti clinici significativi.
I risultati dello studio sono in linea con le indicazioni italiane che consigliano un consumo quotidiano di prodotti lattiero-caseari: in particolare 2 porzioni al giorno di latte o yogurt, alle quali aggiungere (secondo il fabbisogno nutrizionale individuale) 2 o 3 porzioni settimanali di formaggio.
Credo che questo studio assuma un significato positivo soprattutto nel contesto d quei i Paesi in cui sta crescendo sempre più la tendenza a non bere latte, anche in assenza di allergie o intolleranze. Nel raccomandare invece il consumo di latte come quello dei prodotti caseari, consiglierei di prediligere quelli con una bassa percentuale di grassi e dunque più ‘madri’ per un minore contenuto di queste sostanze.
Ritengo, quindi, che questo studio potrebbe essere un incentivo per coloro che non consumano prodotti lattiero-caseari in sufficiente quantità ad aumentare le dosi, prevenendo così il rischio di sviluppare carenze nutrizionali tali da compromettere il loro stato di salute.